Lo sport può creare speranza

dove prima c'era solo

disperazione. È più potente

dei governi per abbattere

le barriere del razzismo.

Lo sport è capace

di cambiare il mondo.

 Nelson Mandela

 

 

 Non crediate a quelli che

vi dicono che il mondo si

divide tra vincenti e

perdenti, perché il mondo

si divide soprattutto tra

brave e cattive persone,

questa è la divisione

più importante.

Poi tra le cattive persone

ci sono anche dei vincenti,

purtroppo, e tra le brave

persone, purtroppo, ci

sono anche dei perdenti.

 J. Velasco  

 

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il PUGILATO

     Il pugilato è considerato qualcosa di più di uno sport, per molti è una “nobile arte”. Anche se le sue precise origini non sono note, alcune recenti scoperte sull’isola di Creta ci consentono di fissare la sua nascita almeno  al 1500 a.C. C’è poi l’autorevole testimonianza di Omero che nell’Iliade parla di un combattimento tra due uomini. Si ricorda che il poema risale al 1800 AC circa. Altre prove indicano che il pugilato già faceva parte dei Giochi Olimpici dell’antichità sin dal 688 AC. Vi sono riferimenti sul pugilato sia ne  La Repubblica che nel Gorgia di Platone e nemmeno il poeta Pindaro rimase insensibile al suo fascino, elogiando un campione olimpico del 474 a.C.


     Il pugilato, insieme alla corsa, alla lotta e all’uso delle armi, faceva parte dell’educazione di un giovane uomo nella Grecia antica. Nei tempi dei romani il pugilato si diffuse ma divenne molto più violento: si combatteva a mani nude con lacci di cuoio spesso rinforzati da placche di piombo. Non era raro che i combattimenti finissero in tragedia. Dopo la caduta di Roma nel V secolo DC, il pugilato scomparve e non se ne ebbero più notizie fino al 1681 quando un giornale inglese parlò di un combattimento. La boxe iniziò a prendere la forma da noi conosciuta quando James Figg si autoproclamò primo campione inglese dei pesi massimi, titolo che fu suo dal 1719 al 1730. La boxe divenne negli anni della rivoluzione industriale lo sport dei lavoratori e godette di grande popolarità.

     Ma fu solo grazie a Jack Broughton, uno dei successori di Figg, che il pugilato ebbe nel 1734 le sue prime regole scritte. Prevedevano, tra le altre cose, un ring delimitato da corde, la presenza di un arbitro e vietavano i colpi sotto la cintura o l’aggressione di un avversario a terra. Queste regole subirono una prima modifica nel 1838 ma la revisione più significativa risale al 1866 quando il Marchese di Queensberry (che diede il nome a tali regole) sponsorizzò una maggiore regolamentazione del gioco: fu stabilito un limite per le riprese da 3 minuti e l’uso di guantoni fu reso obbligatorio. Intanto, nella mattinata del 17 aprile 1860 si disputò la prima sfida tra un campione britannico e uno statunitense. L’incontro tra l’inglese Tom Sayers e il campione USA John Camel Heenan si concluse dopo 2 ore e 20 minuti con un pareggio. Il primo titolo mondiale fu così assegnato a due pugili.

     Se fino a quel momento le categorie erano tre (leggeri, medi, massimi), a partire dal 1900 furono introdotte altre (medio-leggeri, piuma, gallo, mosca e medio-massimi) e fu limitata la durata degli incontri: 20 riprese, 15 per gli incontri validi per titoli europei e mondiali, 12 per titoli nazionali. È così che uno sport tanto antico divenne popolare e produsse alcuni dei suoi miti come Muhammad Ali, Jack Dempsey, Jack Johnson, Joe Louis, Rocky Marciano, Gene Tunnel, Benny Leonard, Barney Ross, Sugar Ray Robinson ma anche gli italiani Primo Carnera, Michele Picirillo, Nino Benvenuti, Patrizio Oliva e Gianfranco Rosi.   

 

Guantoni

     Mentre nel passato i guantoni non erano previsti, la boxe moderna obbliga i contendenti ad indossarli. I lacci devono essere sempre allacciati all’interno dalla parte del palmo della mano. La mano a sua volta deve essere obbligatoriamente bendata, tranne che le nocche. Il bendaggio deve essere sempre approvato dall’arbitro.

 

Combattimento

     Il combattimento si svolge su un ring (campo gara), e lo scopo è quello di guadagnare più punti sull’avversario, cercando di mettere a segno il maggior numero di colpi efficaci possibili, oppure cercando di infliggergli il famoso colpo del KO.

 

Fisiologia

     Fisiologicamente si è reso necessario creare le categorie a secondo dei pesi dei pugili, va da sé infatti che più aumenta la massa muscolare corporea, più aumenta la forza. Maggiore è la quantità di moto più devastante è il pugno.

 

Pesi e categorie (professionisti)

     Regola prima, un pugile non può mai essere al di sotto dei 46 kilogrammi. Le categorie previste per qualsiasi Associazione o Federazione di appartenenza sono 15:

- MINI MOSCA: fino a 48 kg.

- MOSCA: fino a 50,802 kg.

- SUPER MOSCA: fino a 52,163 kg.

- GALLO: fino a 53,53 kg

- SUPER GALLO: fino a 55,338 kg.

- PIUMA: fino a 57,112 kg.

- SUPER PIUMA: fino a 58,967 kg.

- LEGGERI: fino a 61,237 kg.

- SUPER LEGGERI: fino a 63,503 kg.

- WELTER: fino a 66,678 kg.

- SUPER WELTER: fino a 70,760 kg.

- MEDI: fino a 72,574 kg.

- MEDIO MASSIMI: fino a 79,380 kg.

- MASSIMI LEGGERI: fino a 86,183 kg.

- MASSIMI: oltre gli 86,183.

 

Ring

     È l’area di gara dove si svolge il combattimento. Ha la forma quadrata i cui lati vanno da un minimo di mt. 4,90 ai 6,10. E’ delimitato da tre ordini di corde elastiche poste ad altezze diverse. La corda è rivestita di stoffa liscia. La piattaforma è in legno ricoperta di feltro. Fuori dalle corde la piattaforma prosegue per latri 60 cm. In prossimità dei quattro angoli sono posti i cuscini protettivi.

 

Campana

     Viene suonata dal cronometrista sia all’inizio che alla fine del round. Al suo suono i due pugili danno inizio o terminano il combattimento. Una volta suonata la campana non si può più colpire l’avversario, pena sanzione.

 

Angolo

     È il posto diametralmente opposto che i due pugili occupano negli intervalli di tempo. Quando un pugile è a terra e viene contato, l’avversario deve ritirarsi nell’angolo neutro in attesa del Box On.

 

Box on

     È il comando a combattere dell’arbitro rivolto ai due contendenti ogni qualvolta c’è un’interruzione del combattimento.

 

Fuori i secondi

     È l’ordine impartito dal cronometrista ai due Secondi, cioè agli assistenti del pugile, che devono abbandonare l’angolo del ring, dove prestano assistenza.

 

Distanza

     Indica il numero dei round da effettuare per il combattimento.

 

Guardia destra

     È così definito quel pugile che combatte con l’arto destro avanti, pronto a colpire poi di sinistro. E’ in sostanza un mancino.

 

Footwork

     Il footwork (letteralmente “lavoro di gambe”) è un movimento importante della boxe. Infatti più si è mobili sugli arti inferiori, più si ha la possibilità di creare difficoltà all’avversario, poiché il continuo movimento finisce per infastidire il contendente che lo subisce, dando la possibilità a chi lo pratica di entrare più facilmente nella guardia altrui. Chi dunque ha padronanza di questa “Danza” deve possedere uno spiccato senso della distanza, del tempo e della velocità d’esecuzione del colpo. Fu l’arma vincente del grande Muhammad Ali.

 

Arbitro

     All’interno del ring può restare solo l’arbitro che ha giudizio insindacabile nella direzione dell’incontro, questo però solo secondo il regolamento inglese. Nel resto del mondo l’arbitro dirige l’incontro ma nel verdetto finale è coadiuvato da altri due giudici seduti a bordo ring.

 

Arresto dell'incontro

     L’arbitro può arrestare un incontro quando uno dei due pugili è in difficoltà fisica a proseguire sino al termine, od anche per manifesta inferiorità tecnica.

 

Conteggio

     L’arbitro, all’atterramento di uno dei due contendenti, comincia a contarlo. Lo deve fare ad alta voce perché sia udibile agli altri giudici. Il cronometrista prende il tempo non appena un pugile va al tappeto e l’altro si ritira nell’angolo neutro. Se il pugile atterrato non si rialza entro 10” gli viene decretato il KO.

 

KO tecnico

     È decretato dall’arbitro quando si accorge che uno dei due pugili non è in grado di proseguire il combattimento.

 

Richiamo

     È l’ammonimento verbale al pugile scorretto. Se il pugile è richiamato reiteratamente subisce un’ ammonizione ufficiale, che va poi ad incidere negativamente sul punteggio. Se questi persiste è squalificato.